Da anni prima di fare incontri di sesso mi metto sempre un cockring. È ormai un'abitudine irrinunciabile per me, come tagliarmi i capelli da solo, leggere al cesso o dormire nudo.
Secondo alcuni il cockring è un cugino povero del Viagra: in teoria dovrebbe prolungare l'erezione e intensificarla, rallentando il defluire del sangue. Forse è vero, ma le mie motivazioni sono più di carattere estetico che pratico: in realtà lo metto soprattutto perché mi piace.
Il cockring è il mio distintivo, la mia armatura, il mio talismano. Mi sentirei ancora più nudo, senza. Uso quelli classici di metallo, preferibilmente in acciaio chirurgico. Gli anelli di cuoio e gomma sono per principianti, e in genere non riscuotono lo stesso successo di pubblico. Quelli multipli o troppo elaborati non fanno per me: preferisco stare sul sobrio.
Dopo averne provati un po' ora so bene qual è la mia misura, e non rischio più spiacevoli inconvenienti. Il cockring ideale deve stringere, ma non troppo: se si sbaglia il diametro l'anello potrebbe scivolare via con inopportuni tintinnii, o causare problemi più seri come abrasioni ed ematomi.
Me lo infilo con studiata noncuranza prima di ogni incontro, sotto la doccia quando è possibile: il sapone aiuta, ma all'occorrenza basta anche un po' di saliva. Qualche volta mi è capitato di esagerare tenendolo su per troppo tempo. In questi casi può subentrare un certo fastidio (a me viene pure il mal di testa): meglio toglierlo poco dopo aver concluso.
In passato di cockring ne ho persi parecchi, dimenticandoli qua e là per distrazione. Una volta ho avuto addirittura la faccia tosta di tornare in sauna il giorno dopo, e chiedere al ragazzo all'ingresso se per caso ne avessero trovato uno facendo le pulizie. È stato ovviamente inutile: mi ha fatto sapere con un'occhiata vagamente sprezzante che gli oggetti intimi abbandonati dai soci vengono sempre gettati via. Da allora cerco di avere maggior cura dei miei giocattoli.
Secondo alcuni il cockring è un cugino povero del Viagra: in teoria dovrebbe prolungare l'erezione e intensificarla, rallentando il defluire del sangue. Forse è vero, ma le mie motivazioni sono più di carattere estetico che pratico: in realtà lo metto soprattutto perché mi piace.
Il cockring è il mio distintivo, la mia armatura, il mio talismano. Mi sentirei ancora più nudo, senza. Uso quelli classici di metallo, preferibilmente in acciaio chirurgico. Gli anelli di cuoio e gomma sono per principianti, e in genere non riscuotono lo stesso successo di pubblico. Quelli multipli o troppo elaborati non fanno per me: preferisco stare sul sobrio.
Dopo averne provati un po' ora so bene qual è la mia misura, e non rischio più spiacevoli inconvenienti. Il cockring ideale deve stringere, ma non troppo: se si sbaglia il diametro l'anello potrebbe scivolare via con inopportuni tintinnii, o causare problemi più seri come abrasioni ed ematomi.
Me lo infilo con studiata noncuranza prima di ogni incontro, sotto la doccia quando è possibile: il sapone aiuta, ma all'occorrenza basta anche un po' di saliva. Qualche volta mi è capitato di esagerare tenendolo su per troppo tempo. In questi casi può subentrare un certo fastidio (a me viene pure il mal di testa): meglio toglierlo poco dopo aver concluso.
In passato di cockring ne ho persi parecchi, dimenticandoli qua e là per distrazione. Una volta ho avuto addirittura la faccia tosta di tornare in sauna il giorno dopo, e chiedere al ragazzo all'ingresso se per caso ne avessero trovato uno facendo le pulizie. È stato ovviamente inutile: mi ha fatto sapere con un'occhiata vagamente sprezzante che gli oggetti intimi abbandonati dai soci vengono sempre gettati via. Da allora cerco di avere maggior cura dei miei giocattoli.
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